Non è uno schierarsi politico poiché una lista civica non lo fa di sua natura, ma è riconoscere il valore del simbolo.
Il valore del lavoro è alla base di ogni società moderna/organizzata.
La nostra società sta sacrificando nel nome dell’economia ogni valore/simbolo che poneva al centro della storia la persona.
Il 1° maggio rappresenta per i lavoratori, soprattutto per i lavoratori dipendenti, un traguardo raggiunto anche a prezzo della vita di alcuni dei nostri padri. Dal lavoro nei campi che spezzava la schiena e al lavoro in fabbrica per 16/18 ore, al diritto di sciopero e ad un trattamento più umano sul posto di lavoro.
La costituzione stessa ne riconosce il valore nell’articolo 1°.
Oggi nel nome dell’utile economico abbiamo già sacrificato le domeniche modificando le nostre abitudini e trascorrendo il nostro tempo libero nei centri commerciali.
Quest’anno il 1° maggio cade in domenica.
Avremmo un doppio risultato: non riconoscere né la festività settimanale ne tantomeno la festività Nazionale.
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