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30 agosto 2011

Il federalismo del centrodestra è solo uno slogan!



Vasco Errani dirigente del PD e presidente della Conferenza delle Regioni sostiene che il federalismo è morto; Flavio Tosi, sindaco leghista di Verona sostiene che non è morto, ma mancano i soldi per realizzarlo… cambia poco; anche il presidente lombardo Formigoni, del PDL, è sulla stessa linea dei precedenti.

Il federalismo è a nostro avviso un tentativo intelligente e concreto per riorganizzare lo Stato dando più autonomia e responsabilità agli Enti Locali per tentare di migliorarne controllo ed efficienza. In questo scenario è fondamentale che vi sia sempre più autonomia finanziaria: tasse e servizi devono essere più vicini al territorio.

In fretta e furia nel corso dell’estate – per tamponare le falle della nave Italia – il Governo Berlusconi ha abbozzato varie manovre (obbligato anche dai soci europei e dai mercati finanziari). Berlusconi, Bossi e Tremonti si sono scagliati a testa bassa contro la strategia federalista. Hanno tagliato in modo drastico i trasferimenti da Roma alle realtà locali. Non hanno ridotto imposte e tasse “nazionali”. Hanno impedito di fatto ai Comuni di incrementare imposte che compensassero i mancati trasferimenti.

In questo scenario, con meno risorse a disposizione, anche il Comune di Brugherio deve mantenere il bilancio in pareggio potendo solo ridurre i servizi ai cittadini. Al nostro sindaco Ronchi rimarrà solo la possibilità di svendere terreni e immobili del Comune e magari addirittura le farmacie comunali, un gioiello che può far gola a qualche privato.

Ancora una volta si vede come il termine federalismo sia stato utilizzato unicamente come slogan, come frase per i manifesti, come specchietto per le allodole, e non perseguito con una strategia seria e concreta.

Ieri, lunedì 29 agosto 2011, i sindaci di duemila comuni italiani si sono dati appuntamento a Milano per protestare contro la manovra economica che il Governo intende attuare. I costi ricadrebbero sulle amministrazioni locali, cioè sui cittadini.
Ci piacerebbe sapere se anche il nostro borgomastro Ronchi era tra quei sindaci preoccupati di far quadrare il bilancio, sindaci di aree politiche diverse, guidati da Attilio Fontana sindaco di Varese, ma uniti dalla comune preoccupazione di garantire servizi essenziali.

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