Ripercorriamo gli ultimi eventi della vita politica cittadina per valutare con i brugheresi di quanto sia agitata e preoccupante la situazione attuale. Da dicembre non veniva convocato il Consiglio Comunale. Nella maggioranza si moltiplicano spaccature e litigi, nel PDL assistiamo ad una continua guerriglia di fazioni. Negli ultimi mesi Raffaele Corbetta dell’UDC e Mariele Benzi di BPE, che avevano chiesto il voto ai brugheresi per essere eletti sindaci della città in alternativa anche a Maurizio Ronchi, hanno deciso di fare le valigie e passare dalla minoranza alla maggioranza. Di fatto la maggioranza che sostiene Ronchi non è più quella eletta dai brugheresi.
Arriviamo alla fine di febbraio con la presentazione del bilancio del Comune: è tempo di ragionare sulle risorse e sui tagli, ma anche in questa occasione il PDL non si presenta, e fa mancare il numero legale. “Tutti a casa” tuona il Sindaco Ronchi che in difficoltà si è arreso alla mancanza di numeri per governare. La città è in balia del conflitto interno. Nuova convocazione del Consiglio Comunale, il Sindaco esordisce comunicando unità, condivisione, voglia di governare, presenta la nuova giunta. La crisi sembra risolta. E invece no!
Dopo un'ora il vicesindaco Liserani, che dal rimpasto è uscito sfiduciato e senza le deleghe ai lavori pubblici, con un discorso duro e appassionato difende il suo lavoro e accusa il PDL di averlo sacrificato per assegnare qualche poltrona ai famelici ribelli. Liserani non ci sta e si dimette affermando di "non voler partecipare alla una lenta agonia in cui versa l’Amministrazione Ronchi".
Brugherio ha bisogno di un governo forte e autorevole che si occupi di sicurezza, scuola, lavoro, sviluppo urbanistico, ambiente… non di tirare a campare. Ronchi dovrebbe ascoltare di più il suo ex vicesindaco, da un’agonia si esce con una cura decisa, radicale e appropriata. Viceversa la fine è segnata.
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